Palazzo Granafei – Nervegna
Il Palazzo, di proprietà comunale, si presenta come un ben conservato esempio di architettura tardo-cinquecentesca, a cui è stato addossato un completamento novecentesco sul lato sinistro. L’edificio, a tre piani, con piccola corte interna, presenta un bel portale ad arco a tutto sesto, riquadrato da una cornice rettangolare che comprende anche uno stemma, affiancato da due finestre rettangolari con stipiti ed architrave riccamente decorati a cui è sovrapposto un timpano triangolare. Tre balconi con le balaustre traforate sono posti a filo della cornice marcapiano, alternati a finestre architravate, riquadrate da decorazioni classicheggianti. Il terzo piano reca cinque semplici finestre affiancate da lesene con capitelli ed è concluso da un lineare cornicione lievemente aggettante. All’interno il cortile è percorso da una balconata sorretta da massicce mensole. Il Palazzo in questione presenta, quindi, notevole interesse storico-architettonico, ad eccezione del secondo piano, che è stato modificato in epoca moderna. I lavori di recupero del Palazzo, svolti tra il 2000 e il 2008 sotto la direzione scientifica della dott.ssa Assunta Cocchiaro (funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia), hanno portato alla scoperta di pavimenti e strutture di età romana databili tra la seconda metà del I e l’inizio del II secolo d.C. Infatti, durante i lavori eseguiti per il consolidamento statico dell’edificio, il mezzo meccanico ha intercettato due lacerti musivi a circa 1,15 m dal piano di calpestio moderno, sezioni di un antico tappeto rettangolare tagliato dal muro medievale e dalle fondazioni del palazzo. La necessità di intervenire sulla staticità delle fondazioni ha comportato l’apertura di altre trincee: anche in questo caso l’indagine archeologica ha evidenziato una sequenza stratigrafica che copre un arco cronologico compreso tra l’età contemporanea e quella romano-imperiale. Un livello di frequentazione romano è stato individuato in tutti gli ambienti indagati, sotto un crollo di intonaci dipinti, malta e tegole, con la messa in luce di altri lacerti pavimentali e resti di strutture murarie ad essi collegati. Nel corso di altri saggi sono stati rinvenuti altri lacerti pavimentali con motivi decorativi largamente attestati tra I e II sec. d.C. Le caratteristiche tecniche, l’estensione dell’area di rinvenimento e la qualità, lasciano ipotizzare la presenza di una domus di notevole importanza provvista di diversi ambienti. Non si può escludere però l’ipotesi di ambienti termali, già rinvenuti della vicina area archeologica di San Pietro degli Schiavoni. Un’ulteriore indagine si è svolta nel luglio del 2009 nel cortile esterno della struttura ed ha permesso di definire con maggiore chiarezza lo sviluppo planimetrico di alcuni spazi abitativi e di avanzare ipotesi sull’estensione e la funzionalità del contesto edilizio. Inoltre, il sito risulta frequentato anche in epoca tardo antica e medievale, come suggerisce il rinvenimento, nell’attuale settore occidentale del cortile, di due tombe a cassa realizzate con materiale di reimpiego, ricavate negli strati di obliterazione delle strutture della domus romana.” (Catalogo generale dei Beni Culturali – Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi, Lecce e Taranto)
Area Archeologica
Brevi cenni storici
Il complesso noto come Palazzo Nervegna fu costruito attorno al 1565 dalla famiglia Granafei, dalla quale prendeva il nome, quale “Strada delli Granafei”, la via antistante.
Nel 1862 Giorgio Granafei vendette il palazzo ai fratelli Nervegna ed a questi si deve il suo nome comune.
Nel 1921 il palazzo fu venduto al Piccolo Credito Cattolico e nel 1930 il Comune lo rilevò adibendolo l’anno successivo a sede del Tribunale, rimasta in funzione fino al 1976.
Il palazzo agli inizi dell’ottocento risultava essere composto da vani terreni 20, primo piano 20 e secondo piano vani 20, oltre al giardino.
Nel palazzo si fondono motivi rinascimentali e soluzioni che precedono il barocco, come le ringhiere in balaustri di pietra dei balconi, ed elementi della cultura locale come le mensole dei balconi stessi.
Oggi
L’edificio un tempo adibito a Corte d’Assise, è stato destinato ad importante contenitore culturale: la sala principale a piano terra che fu dell’udienza, oggi è stata trasformata nella suggestiva “Sala della Colonna” ed ospita alcuni componenti originali della colonna romana, il capitello, il pulvino e ultimo rocchio.
Al piano primo del complesso, oltre alle sale espositive presso le quali l’Amministrazioni Comunale promuove innumerevoli mostre di notevole importanza, ha sede la biblioteca di comunità Testefiorite, una biblioteca multimediale e multiculturale, luogo condiviso da ospiti, i bambini, sempre in evoluzione intellettuale, sociale e tecnologica.
La Cortina di Ponente
Nel XVI secolo la via Duomo, posta tra la Cattedrale e il Sedile, era divenuta sede delle più importanti famiglie cittadine. Però essa aveva accanto le misere case del quartiere di San Pietro degli Schiavoni che, certamente non offrivano un spettacolo edificante agli occhi dei ricchi abitanti di via Duomo. Per questo si decise di costruire un grande caseggiato, alto due piani, che fungesse la schermo tra le due zone. Unico elemento di distinzione è uno stemma lapideo accanto al portale centrale, purtroppo abraso, per il quale è impedita la identificazione del proprietario.
Si aprono su via Duomo:
Piazza Sottile – De Falco
Avanti alla facciata sud della Cortina di Ponente si apre la piazzetta intestata ai due finanzieri caduti in servizio nella lotta al contrabbando. Di fianco alla loro targa ricordo, la lapide dedicata dalla città di Brindisi il 7 dicembre 1952 alla memoria di Antonio Vincenzo Gigante, partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, morto in carcere per le torture subite.
L’Arco medievale
Unico residuo dell’antica chiesa di S. Pietro degli Schiavoni potrebbe essere l’arco medievale che campeggia a poche decine di metri dalla Cortina di Ponente, di cui purtroppo, non ci sono altre evidenze storiche.
“Insula” con l’Arco Medievale
Le informazioni sono tratte da:
Documentazione presso Palazzo Granafei-Nervegna dell’arch. M. Marinazzo, G. Carito, Brindisi Nuova Guida
English Translation
Granafei-Nervegna Palace
The Palace, owned by the municipality, stands as a well-preserved example of late-sixteenth-century architecture, with a twentieth-century addition on the left side. The three-story building, with a small inner courtyard, features a beautiful round-arched portal framed by a rectangular frame that also includes a coat of arms. This is flanked by two rectangular windows with richly decorated jambs and lintels, topped by a triangular pediment. Three balconies with perforated balustrades align with the stringcourse, alternating with lintel-framed windows adorned with classical decorations. The third floor has five simple windows flanked by pilasters with capitals and is topped by a slightly projecting linear cornice. Inside, the courtyard is traversed by a balcony supported by massive brackets. The Palace, therefore, has significant historical and architectural interest, except for the second floor, which was modified in modern times. Restoration work carried out between 2000 and 2008 led to the discovery of Roman-era floors and structures dating back to the second half of the 1st and the beginning of the 2nd century AD. A Roman occupation layer was identified in all the investigated areas, under a collapse of painted plaster, mortar, and tiles, revealing other floor fragments and remains of connected masonry structures. (Abstract: (General Catalog of Cultural Heritage – Archaeological Superintendence, Fine Arts, and Landscape for the provinces of Brindisi, Lecce, and Taranto)
The Palace served as the seat of the Court until 1976. Over the years, it underwent various transformations and today is an important cultural center with exhibitions, a community library, and exhibition halls.
The Western Curtain
In the sixteenth century, Via Duomo, located between the Cathedral and the Sedile, became the residence of the city’s most important families. However, it had next to it the humble houses of the San Pietro degli Schiavoni district, which certainly did not offer an edifying sight to the eyes of the wealthy residents of Via Duomo. For this reason, it was decided to build a large two-story building that would serve as a screen between the two areas. The only distinguishing feature is a stone coat of arms next to the central portal, unfortunately worn away, making it impossible to identify the owner.
Opening onto Via Duomo:
Piazza Antonio Sottile – Alberto De Falco
In front of the south facade of the Western Curtain, there is a small square named after the two finance officers who fell in service in the fight against smuggling. Next to their commemorative plaque is the city of Brindisi’s dedication on December 7, 1952, to the memory of Antonio Vincenzo Gigante, a partisan, gold medal of the Resistance, who died in prison from the torture suffered.
The Medieval Arch
The only remnant of the ancient church of San Pietro degli Schiavoni could be the medieval arch that stands a few tens of meters from the Western Curtain, for which, unfortunately, there are no other historical evidences.